project

WHITE CUBE EUROPE, the itinerante more small gallery of world, already active from 2000(Komà Gallery). The plan, divided in W.C.Apex (the itinerante gallery) and W.C.Satellites (stable in several cities) is finalized to the creation of a great cooperative minium circuit galleries, one comunicazionale network dislocated on all the territory (for Italian hour) convergent in an only plan and a common name: White Cube Europe. The adhesions to the great plan of white cube the satellite already have left in city like Bologna, Rome, Bari, Cartoceto (Pesaro e Urbino), Cagnano (Foggia).
Il WHITE CUBE EUROPE, la galleria itinerante più piccola del mondo, già attiva dal 2000( Komà Gallery). Il progetto, diviso in W.C.Vertice (la galleria itinerante) e i W.C.Satelliti (stabili in varie città) è finalizzato alla creazione di un grande circuito cooperativo di mini gallerie, una rete comunicazionale dislocata su tutto il territorio (per ora italiano) convergente in un progetto unico ed un nome comune: il White Cube Europe. Le adesioni al grande progetto dei white cube satellite sono già partite in città come Bologna, Roma, Bari, Potenza , Cartoceto (pesaro e urbino), Cagnano (foggia).

mercoledì 7 luglio 2010

WCES Basilicata


"Who is Black?"
di Marcello Samela

Installazione per la quinta giornata nazionale del Contemporaneo

A cura di Amnesiac Arts
Testo critico di Barbara Improta

3-11 ottobre
White Cube Basilicata
c/o Comune di Avigliano
Corso Gianturco
Avigliano (Pz)

Amnesiac Arts è anche quest' anno tra le realtà espositive protagoniste della Giornata del Contemporaneo organizzata dall'Amaci sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il sostegno del PARC (Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l'architettura e l'arte contemporanee)

Per l'occasione l'associazione lucana, che da anni si occupa dell'arte del presente avanzato, presenterà l'installazione site specific di Marcello Samela indeata per il White Cube Basilicata.

Marcello Samela ama giocare con gli oggetti, con le parole, con il pubblico. Ama giocare con la sua arte perché è consapevole di quanto il gioco, come l’arte, siano strumenti di scardinamento dei nessi causali tra gli eventi ed abbiano il potere di aprirci dimensioni impensate, di stravolgere il senso comune. Una piccola rivoluzione tra il serio e il faceto quella di Marcello, manipolatore di oggetti quotidiani, minimi, qualsiasi, alla ricerca dell’inaspettato nascosto in ogni angolo del creato.
Quale migliore occasione per un faber ludens come lui che avere a disposizione un cubo bianco, lo spazio dell’azzeramento e della libertà, da manipolare e trasformare? Il White Cube diventa una vera e propria scatola magica nelle mani di Samela che gioca a stravolgerne il senso, anzi a capovolgerlo, a moltiplicare le (dis)sociazioni mentali/verbali/visive: il bianco (white) che si trasforma in nero (Black), il gatto che minaccia il cane, la scatola chiusa che diventa spazio aperto.
E in quest’ottica rovesciata da cui l’artista guarda il mondo accade che le pareti, rigorosamente bianche, della mini-galleria non ‘contengano’, non delimitino ma vengano come annullate, si aprano ad uno spazio buio, indefinito, nero. In questo luogo fantastico fluttuano cani e gatti neri e bianchi, dagli occhi fiammeggianti di vita. Ognuno in una sua dimensione isolata, ognuno portatore di un’azione singola ma tutti misteriosamente legati come se fossero in una sorta di metaforica arena: s’inseguono, si preparano alla lotta, rispondono a un richiamo? Chi insegue chi? E cosa accadrà? Forse essi sono semplicemente immersi, come noi tutti, in questo assurda arena che è la vita. Bianchi o neri, feroci o mansueti lottiamo per la sopravvivenza in un mondo inesorabilmente doppio e molteplice, onnicomprensivo, contraddittorio e imprevedibile, in cui i valori e i punti di vista si rovesciano continuamente nel loro contrario. Un gioco delle parti maledettamente serio.

Barbara Improta

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