About Me

mail: whitecubeeurope@gmail.com
WCE Apex: Michele Mariano Christian Rainer Helena Rusikova
WCES Basilicata IT: Associazione culturale Amnesiacarts. Mail: info@amnesiacarts.com
WCES Pesaro IT: Mail whitecubegallery@gmail.com
WCES Bari IT: Associazione culturale Lab080
WCES Cagnano IT:
Ass. Culturale Schiamazzi mail:whitecubecagnano@schiamazzi.org

project

WHITE CUBE EUROPE, the itinerante more small gallery of world, already active from 2000(Komà Gallery). The plan, divided in W.C.Apex (the itinerante gallery) and W.C.Satellites (stable in several cities) is finalized to the creation of a great cooperative minium circuit galleries, one comunicazionale network dislocated on all the territory (for Italian hour) convergent in an only plan and a common name: White Cube Europe. The adhesions to the great plan of white cube the satellite already have left in city like Bologna, Rome, Bari, Cartoceto (Pesaro e Urbino), Cagnano (Foggia).
Il WHITE CUBE EUROPE, la galleria itinerante più piccola del mondo, già attiva dal 2000( Komà Gallery). Il progetto, diviso in W.C.Vertice (la galleria itinerante) e i W.C.Satelliti (stabili in varie città) è finalizzato alla creazione di un grande circuito cooperativo di mini gallerie, una rete comunicazionale dislocata su tutto il territorio (per ora italiano) convergente in un progetto unico ed un nome comune: il White Cube Europe. Le adesioni al grande progetto dei white cube satellite sono già partite in città come Bologna, Roma, Bari, Potenza , Cartoceto (pesaro e urbino), Cagnano (foggia).

martedì 1 febbraio 2011

WCES Basilicata


Karmil Rafael Cardone
TOWARDS THE UNKNOWN

Installazione per il White Cube Basilicata
A cura di Amnesiac Arts
Testo critico di Enzo Battarra
Venerdì 4 febbraio
Venerdì 18 febbraio

Cineteatro Due Torri
Via Due Torri, 5

In collaborazione con Multietnica

In occasione della manifestazione musicale If 6 was 9 organizzata da Multietnica, che vedrà esibirsi al Due Torri di Potenza in anteprima nazionale i 24 Grana (4 febbraio) e Bisca (18 febbraio), Amnesiac Arts presenta Towards the Unknown, un’istallazione site specific del giovane artista Karmil Rafael Cardone pensata appositamente per il White Cube, la rete internazionale di micro gallerie di un metro quadrato di cui Amnesiac Arts cura la programmazione per la Basilicata.
Il testo critico è a cura di Enzo Battarra

Destinazione è destino
“Luoghi di attraversamento, luoghi di passaggio: nelle foto di Karmil Rafael Cardone si disegnano percorsi interni all’architettura, transiti a cielo aperto, vie di fuga.
Si cammina senza sapere la destinazione, la meta, il fine, o meglio si è consapevoli di andare “towards the unknown”, verso l’ignoto, il non conosciuto. Nel viaggio si consuma questo nomadismo urbano, con la consapevolezza che dietro ogni angolo di muro ci può essere una sorpresa o un traguardo.
Sono viaggiatori d’arte persi nei meandri di sofisticati musei innovativi, sono esseri notturni incamminatisi per strade metropolitane, sono viandanti pronti a seguire un fascio di binari. Sono uomini soli, sono donne sole, sono eroi immersi nei loro desideri e incubi, sono persone alla ricerca di una scoperta, di un rinvenimento, forse di un’emozione.
Per questo, e per tanto altro ancora, le immagini di Cardone sono intriganti e suggestive. Ci consegnano storie di vita normale, ma con il fascino del mistero, dell’ignoto tutto da conquistare. Sono gli stessi spazi urbani a dettare geometrie e scansioni, mentre le figure rincorrono i pensieri, salgono e scendono per scale ritmiche, si perdono nell’orizzonte.
Ogni scatto è il reportage di un viaggio metropolitano, incontrando anonimi esploratori stradali alla ricerca dei non-luoghi della città. “Unknown” è proprio quello che ci si porta dentro. Non conosciamo noi stessi. Mettiamo i nostri passi in fila cercando ogni volta una nuova direzione, senza guardarci allo specchio. E tra destinazione e destino il passo lessicale è veramente breve!” Enzo Battarra
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venerdì 8 ottobre 2010

WCES Basilicata


Marco Purè

aRc-eN-cieL

Installazione site specific per il White Cube Basilicata
9 Ottobre 2010 - ore 19

Casa Spera - Via Federici, 45 - Tito (Pz)

in collaborazione con GenerazioneZero

Evento inserito nella programmazione ufficiale della Sesta Giornata del Contemporaneo organizzata dall' AMACI (l’associazione dei musei d’arte contemporanea italiani) con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

Come ogni anno, Amnesiac Arts aderisce con entusiasmo alla Giornata del Contemporaneo organizzata dall'Amaci sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
In linea con lo spirito della Giornata di incentivare lo sviluppo del tessuto culturale territoriale dando la possibilità ai fruitori di vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte contemporanea, Amnesiac Arts accoglierà i suoi visitatori con l'installazione site specific aRc-eN-cieL di Marco Purè, ideata per il White Cube, la rete internazionale di micro gallerie di un metro quadrato di cui Amnesiac Arts cura la programmazione per la Basilicata.
aRc-eN-cieL è un arcobaleno i cui colori danno vita a personaggi bizzarri tra sogno e realtà. L'autore il lucano Marco Purè, classe 1982, è uno street-artist dallo stile visionario e grottesco.

“In ogni mitologia l'arcobaleno è una porta nobile che permette il passaggio dal terreno al mondo ultraterreno. Un varco verso altri mondi eterei e paradisiaci. Per il White Cube Basilicata Marco Purè ha immaginato un arcobaleno nello spazio del cubo, che si trasforma in un varco tra il nostro mondo reale, e quello psichedelico abitato dai suoi personaggi. Perchè il tratto onirico ed iper-colorato di Marco Purè è fatto di personaggi scansonati, buffi, grotteschi, che sembrano evasi con fatica da un cartoon psichedelico e che a fatica cercano di rientrarci delusi dalla realtà, sconfitti dalle piccole inquietudini quotidiane.
Marco Palese, in arte Purè è un giovane writer lucano, nato a Potenza nel 1982. Il suo range d'azione va dalla street art alla musica passando per l'illustrazione, l'installazione e la performance.”
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mercoledì 7 luglio 2010

WCES Pesaro


Aprile 2009
Pubblicazione del catalogo, Vanillaedizioni, che raccoglie tutto il percorso del White Cube Pesaro e del circuito giovani 2008.
Per ordini inviare una mail a: info@vanillaedizioni.com indicando codice ISBN e/o titolo del volume.
Il pagamento verrà effettuato con contrassegno o bonifico bancario.(Le spese di spedizione sono soggette a tariffe differenziate a seconda dell'ordine e della modalità di pagamento).
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WCES Basilicata


Angela Lioi
Le Principe de Cavalieri

A cura di Amnesiac Arts
Testo critico di Manuela Petraglia

13 - 28 novembre
White Cube Basilicata
c/o Vineria Sottapéra
Via del Popolo, 115
Potenza

start: ore 22 - ingresso libero
Il White Cube Basilicata approda in una delle vinerie più note del capoluogo lucano con Le Principe de Cavalieri una serie fotografica della giovane artista potentina, Angela Lioi.

L'evento è inserito nel calendario di Elastic Lab, un laboratorio performativo che esplora l'universo delle sonorità e delle arti ideato dalle associazioni Amnesiac Arts e Zer0971.

La serata prevede, oltra ad un incontro con l'autore, l'esibizione del gruppo musicale italo-argentino Eco & Henry Hugo che presenterà in esclusiva per la Basilicata Last Season’s Love album appena uscito per Untuned Records/Rockbottom Record.

" La lente, metafora dell’impossibilità per l’umana percezione di “sentire” l’altro in maniera oggettiva, è ausilio e, al contempo, ostacolo alla conoscenza. Simboleggia, infatti, sia lo sforzo di andare più a fondo, di dividere, spezzettare, frantumare, misurare l’altro attraverso i sensi, sia la tragica e definitiva consapevolezza che ogni processo gnoseologico è in partenza viziato, distorto e sporcato dall’esperienza e dalla personalità di ciascuno.
Angela Lioi ha compiuto un viaggio attraverso i cinque sensi e ha offerto di ognuno di essi un’immagine ingrandita con l’intento di scandire in fasi sensoriali sia la propria conoscenza della persona da lei scelta sia, più in generale, il modo in cui ognuno suole approcciarsi all’altro. Come si vede, la lente si frappone tra il Sé e l’Altro da Sé valorizzando di volta in volta un singolo dettaglio – un organo di senso – ma, allo stesso tempo, turbando l’immagine nel suo complesso. Il tentativo di oggettivare e rendere più misurabile e scientifico il processo cognitivo, servendosi di un senso per volta, si rivela fallace e vano: ad uno ad uno i sensi scivolano nell’errore e nel relativismo perché la lente restituisce sistematicamente un’immagine aberrata.
La somma dei fattori percepiti separatamente si presenta, poi, in tutta la sua ambivalenza con le ultime due fotografie, che suggellano il discorso in modo tanto eloquente quanto drammatico: il volto - finalmente intero – capovolto allude all’impossibilità di ottenere un’immagine dell’altro che sia complessivamente fedele alla realtà; il riflesso di sé rappresenta il completamento, l’altra “faccia” della percezione che consiste, in ultima analisi, in una sorta di ri-conoscimento. Conosco ciò che so, conosco ciò che sono.
Deve valere, pertanto, nella percezione dell’altro un principio di indivisibilità intrinseco in virtù del quale la somma dei singoli sensi equivale al riflesso di sé stessi.
…tutto è Uno perché tutto partecipa del genere dell’Uno.
Platone, molto prima di Cavalieri."
Manuela Petraglia
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WCES Pesaro


WHITE CUBE satellite Pesaro

presso Piazza Ginevri e la Chiesa di Sant’Orsola di Pergola presenta

"En plein air" di  Sabrina Muzi, a cura del White/Team satellite Pesaro, con intervento critico di Micol Di Veroli.

 

Sabato 29 Novembre, presso Piazza Ginevri e la Chiesa di Sant’Orsola di Pergola (PU), sarà presentato alle ore 17.30, il nono appuntamento del WHITE CUBE/satellite Pesaro.

L’evento accompagnerà l’inaugurazione di “Aforismi Simapatetici”, personale di Giovanni Gaggia a cura di Chiara Canali.

 

White Cube è un progetto di galleria d'arte racchiuso in un metro quadrato, ideato dall'artista e gallerista Michele Mariano e dall'artista Christian Rainer con l'intento di creare una rete di micro gallerie in tutta Europa. Questo piccolo spazio è il simbolo/segnale del progetto White Cube, a cui ogni artista invitato aderisce presentando un proprio intervento in uno spazio della città.

Il nono appuntamento WHITE CUBE/satellite Pesaro presenta un progetto di Sabrina Muzi, "En plein air", curato dal White/team satellite Pesaro, con l'intervento critico di Micol Di Veroli, la quale ben evidenzia la filosofia dell'opera:

 

“…Sabrina Muzi si muove all’interno delle forze e delle costruzioni naturali impastando il caos alla base di ogni armonia strutturale presente all’interno di esse. Nelle sue mani le forme arboree non mutano la loro essenza ma si racchiudono e si accostano in una costruzione estetica spontanea alla stregua di ogni altra presenza vitale all’interno dell’universo. Reticoli lignei si saldano a formare figure sempre diverse come difforme e variegata è l’esistenza stessa. Le ramificazioni così giunte si sostengono fra loro senza dover ricorrere alla ferma solidità del fusto, metafora questa dell’essenza spirituale della vita e del destino capace di svilupparsi all’infinito dialogando con passato, presente e futuro senza vincoli né precisa colonna di equilibrio. A completamento dell’installazione centrale Sabrina Muzi pone una serie di scatti raffiguranti paesaggi che si ergono innanzi allo spettatore in tutta la loro selvaggia realtà. Sono immagini asciutte, senza inutili orpelli estetici che possano distogliere l’attenzione dalla gloriosa e compassionevole sostanza della natura, la quale si tramuta in riflesso supremo dell’animo umano. Ogni cambiamento di luce, ogni brumoso intreccio di denso fogliame o scorcio di brullo terreno rappresentano il mutare stesso della nostra vita. Sabrina Muzi con “En plein air” pone lo spettatore innanzi alla vera sembianza dell’ambiente che lo circonda, una condizione estrema che supera il concetto di bontà e malvagità ma strettamente connessa alla forza ancestrale pura, entità libera da schemi precisi capace di soggiogare ed animare le nostre geografie emozionali”.

 

L'iniziativa rientra nel progetto "SPAC/Circuito Giovani" della Provincia di Pesaro e Urbino, patrocinato  dal Comune di Pergola, dalla Regione Marche Assessorato Politiche Giovanili attraverso il Ministero POGAS /APQ "Giovani ri-cercatori di senso".
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WCES Pesaro


 
WHITE CUBE satellite Pesaro
presso la Casa Museo quadreria Cesarini di Fossombrone (PU) presenta

" Play with Me " di Marina Bolmini

 

Domenica 7 Settembre, nella giornata dell'inaugurazione della  personale "Cielo Vedo Doppio" di Veronica Dell'Agostino, a cura di Roberta Ridolfi, presso la Quadreria Cesarini di Fossombrone (PU), sara' inaugurato, alle ore 18:00 il settimo WhiteCube/satellite di Pesaro.

Un progetto di galleria d'arte racchiuso in un metro quadrato d'esposizione ideato dall'artista e gallerista Michele Mariano e dall'artista Christian Rainer con l'intento di creare una rete di micro gallerie in tutta Europa, esportando l'idea di franchising nell'arte contemporanea ed in una forma che e' di per se un'operazione d'arte concettuale.
Il sesto appuntamento del White Cube/satellite di Pesaro presenta un progetto dell'artista Marina Bolmini dal titolo " Play with Me ",  curato dal white/team satellite di Pesaro e con l' intervento critico di Lucia Giardino, la quale con le sue parole mette ben in evidenza la filosofia dell'opera dell'artista: - …Ed ecco che la tanto criticata grafica computerizzata, riscattante coloro che d'abilità pratica sono privi, diventa, nelle mani di Bolmini – che invece ha dimostrato altrove la sua maestria nell'operare - una necessità di linguaggio, l'ultimo stadio di un'investigazione artistica di trasposizione dell'io, e delle sue scelte, in un mondo altro, che da sempre, parallelamente al mondo reale, empirico, la segue e l'accompagna.

La tecnica digitale diventa l'ultimo stadio di purificazione del segno, che era stato in origine la pennellata netta e priva di sbavature, oppure il ricamo, che seguiva un tracciato preciso. Bolmini, infatti, non comunica tramite il gesto, non perde il controllo: sorge il dubbio che lei s'impossessi d'iconografie altrui per non rivelare  la propria natura …-

 

Una micro-personale pensata per poter essere presentata ovunque e quindi in linea con il concept di democratizzazione dell'arte espresso dal progetto White Cube.

L'iniziativa rientra nel progetto "SPAC/Circuito Giovani" della Provincia di Pesaro e Urbino con il Comune di Fossombrone. E' sostenuto dalla Regione Marche Assessorato Politiche Giovanili attraverso il Ministero POGAS /APQ "Giovani ri-cercatori di senso
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WCES Basilicata


"Who is Black?"
di Marcello Samela

Installazione per la quinta giornata nazionale del Contemporaneo

A cura di Amnesiac Arts
Testo critico di Barbara Improta

3-11 ottobre
White Cube Basilicata
c/o Comune di Avigliano
Corso Gianturco
Avigliano (Pz)

Amnesiac Arts è anche quest' anno tra le realtà espositive protagoniste della Giornata del Contemporaneo organizzata dall'Amaci sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il sostegno del PARC (Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l'architettura e l'arte contemporanee)

Per l'occasione l'associazione lucana, che da anni si occupa dell'arte del presente avanzato, presenterà l'installazione site specific di Marcello Samela indeata per il White Cube Basilicata.

Marcello Samela ama giocare con gli oggetti, con le parole, con il pubblico. Ama giocare con la sua arte perché è consapevole di quanto il gioco, come l’arte, siano strumenti di scardinamento dei nessi causali tra gli eventi ed abbiano il potere di aprirci dimensioni impensate, di stravolgere il senso comune. Una piccola rivoluzione tra il serio e il faceto quella di Marcello, manipolatore di oggetti quotidiani, minimi, qualsiasi, alla ricerca dell’inaspettato nascosto in ogni angolo del creato.
Quale migliore occasione per un faber ludens come lui che avere a disposizione un cubo bianco, lo spazio dell’azzeramento e della libertà, da manipolare e trasformare? Il White Cube diventa una vera e propria scatola magica nelle mani di Samela che gioca a stravolgerne il senso, anzi a capovolgerlo, a moltiplicare le (dis)sociazioni mentali/verbali/visive: il bianco (white) che si trasforma in nero (Black), il gatto che minaccia il cane, la scatola chiusa che diventa spazio aperto.
E in quest’ottica rovesciata da cui l’artista guarda il mondo accade che le pareti, rigorosamente bianche, della mini-galleria non ‘contengano’, non delimitino ma vengano come annullate, si aprano ad uno spazio buio, indefinito, nero. In questo luogo fantastico fluttuano cani e gatti neri e bianchi, dagli occhi fiammeggianti di vita. Ognuno in una sua dimensione isolata, ognuno portatore di un’azione singola ma tutti misteriosamente legati come se fossero in una sorta di metaforica arena: s’inseguono, si preparano alla lotta, rispondono a un richiamo? Chi insegue chi? E cosa accadrà? Forse essi sono semplicemente immersi, come noi tutti, in questo assurda arena che è la vita. Bianchi o neri, feroci o mansueti lottiamo per la sopravvivenza in un mondo inesorabilmente doppio e molteplice, onnicomprensivo, contraddittorio e imprevedibile, in cui i valori e i punti di vista si rovesciano continuamente nel loro contrario. Un gioco delle parti maledettamente serio.

Barbara Improta

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WCES Pesaro

12 Gennaio ore 17.00
WHITE CUBE satellite Pesaro
presso Centro Culturale Movimento e Fantasia di Cagli (PU)
presenta

"Campo d'attenzione transitorio" di Michela Pozzi
testo critico di Giacomo Podestà

È un’intelligente dicotomia quella che percorre l’opera di Michela Pozzi e che si esplica nella realizzazione di lavori fotografici e video: in entrambi i casi l’artista s’impegna in interventi di “risignificazione” della realtà, così da pervenire ad una dimensione più sincera dell’Esser-ci nel mondo. In questo senso, il lavoro di Michela Pozzi coincide in una preziosa esortazione a rivivere la realtà (sia essa luogo fisico o spazio virtuale dell’immagine televisiva) in una chiave più umana e significativa.
Queste due anime progettuali della poetica dell’artista trovano una felice sintesi nel nuovo progetto (presentato per il White Cube in forma di video) Campo d’attenzione transitorio.
L’intervento artistico si focalizza qui nello spazio intimo ed emblematico di un’edicola religiosa. Traccia umana sul luogo che si esplica nelle forme di una piccola architettura, la nicchia è già di per sé uno spazio altamente simbolico e rappresentativo: posta com’è all’incrocio di due vie essa, infatti, le collega, mettendo così in evidenza la direzione di senso che l’intervento umano ha inteso imprimere in quel luogo. La celletta, recante il ricordo di chi lì la pose, è ulteriormente caricata di significato in fase di montaggio del video tramite l’inserimento al suo interno di un’immagine sovrapposta, come uno schermo televisivo attraversato da frames della Dea Madre (una delle forme più antiche e archetipiche di religiosità), in un gioco di specchi che riflette un luogo (lo spazio fisico della celletta) dentro l’altro (lo spazio virtuale dell’immagine televisiva), così come un video nell’altro.
L’immagine contenuta nella celletta appare intima e leggermente sfalsata, come fosse un ricordo ancestrale (la Dea Madre o il genius loci che dir si voglia) che l’uomo tenta di focalizzare sul luogo: così come la cellula è l’unità minima della vita, la celletta (e la vicinanza etimologica non è qui casuale) si configura allora nel video di Michela Pozzi come unità minima del ricordo, traccia basilare dell’attraversamento dell’uomo su quello spazio. E a sua volta il luogo, caratterizzato dalla celletta, diviene spazio della memoria e della religiosità più intima e ancestrale, quella che lega l’uomo al territorio che ha scelto di popolare e vivificare.
L’intervento artistico di Michela Pozzi è teso a riattuare, soprattutto attraverso gli strumenti della memoria e della personalizzazione, questo forte legame: esso mi pare non solo un’invocazione intimistica allo spirito del luogo attraversato dalla sua telecamera ma si potrebbe dire, in termini heideggeriani, un suggerimento a “prendersi cura” del luogo stesso, ad abbracciarlo cioè di un senso e di un significato inequivocabilmente esistenziale.
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WCES Basilicata

"Au revoir les enfants"

a cura di Amnesiac Arts

White Cube Basilicata : Cristina Pavesi

19 maggio – 24 giugno 2007

Orari d’apertura: sabato, domenica 18.30-21

White Cube Basilicta
@ Amnesiac Arts Home Gallery

Corso XVIII Agosto, 36

Potenza

Au revoir les enfants, mostra internazionale inserita tra gli eventi della IX Settiman adella Cultura in collaborazione con il Lucania Film Festival, presenterà i video della rassegna olandese Grote Kunst voor Kleine Mensen (Grande Arte per Piccoli Uomini), i disegni di Michael Rotondi e per il White Cube Basilicata le nature morte surreali ed oniriche di Cristina Pavesi

“Tutti quelli che hanno la stessa apertura visiva e vedono il mondo nello stesso modo non hanno osservazioni diverse da comunicarsi. Solo chi ha un’apertura visiva diversa vede il mondo in un altro modo e può dare al prossimo un’informazione tale da allargargli il campo visivo”.

Così Bruno Munari sottolineava l’apporto ‘rivoluzionario’ di una visone ‘eccentrica’ della realtà da parte di individui non omologati come possono essere bambini ed artisti. Recuperare la capacità di ‘buttarsi’ nell’esperienza della vita senza la rete di protezione delle convenzioni sociali, riscoprire la curiosità verso il mondo cogliendone gli aspetti non immediatamente percettibili è un percorso che permette di allargare il nostro campo visivo, è una grande/piccola trasgressione che ci restituisce la libertà di re-inventarci un sistema di significati del tutto autonomo e personale.

La mostra Au revoir les enfants è un viaggio nella percezione infantile e nel mondo stupefatto e incantato dei ‘rivoluzionari dell’immaginazione’ che permetterà a noi della ‘società degli adulti’ di riscoprire lo stupore e la meraviglia, lo slancio creativo e l’immaginazione giocosa anche partendo dalle più semplici, e all’apparenza banali, situazioni del quotidiano.

Il White Cube Basilicata presenterà le "nature morte per bambini" di Cristina Pavesi, nata a Milano nel 1966 dove vive e lavora.
Nei suoi lavori utilizza i media più vari e sceglie il mondo della femminilità e dell’infanzia come punto visuale da cui guardare il mondo e smascherarne ambiguità e pregiudizi.


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martedì 6 luglio 2010

WCE Vertice

fordfrustrazioneperweb.jpg picture by michelemariano
F COME FEDE, FORD E FRUSTRAZIONE
Di Marc Giloux,
A cura di Christian Rainer e Michele Mariano, testo critico di Helena Rusikova.
Domenica 12 Marzo durante tutta la mattina
via Zamboni 2, Bologna.

A Bologna, nella mattina di domenica 12 febbraio 2006, mentre molti dei passanti si chiederanno cosa ci faccia una Ford Station Wagon parcheggiata sulle strisce pedonali in pieno centro, ignoreranno che contemporaneamente una riproduzione in miniatura della stessa, sarà collocata a circa 20 metri sopra le loro teste, sul tetto della basilica di San Bartolomeo, vsibile correttamente solo dalla cima della torre degli asinelli.Infatti la riproduzione in scala dell’automobile è concepita sulla base di rapporti matematici proprio per essere osservata da quella posizione ed avere l’impressione che l’auto vera sulla strada e la sua copia sul tetto siano delle stesse dimensioni. Aldilà dell’eccezionale spunto visivo, Marc Giloux ripropone la sua idea di operazione artistica, come qualcosa di irrisolto, che si compie sempre altrove. La parzialità di un lavoro è il punto di partenza per suggerire l’esistenza di un’idea che non può essere compiuta inquanto astratta ed estremamente dilatabile. Questa idea si realizza altrove rispetto alla sua traccia visibile, lasciando la propria metà del cerchio sconosciuta, proprio allo scopo di non fornire risposte su sé stessa.Le opere di Marc Giloux non sono considerabili degli incompiutilasciati al libero arbitrio di chi guarda: diversamente la sua opera è completa e conclusa, ma divisa in due e con una delle metà nascosta dove nessuno la trova. La certezza che un’altra metà esista, ci rassicura sull’esistenza di una compiutezza; al contempo, il non vederla, suggerisce una molteplicità di soluzioni differenti. Per certi versi si tratta di avere fede. Per altri, è l’incertezza della fede a creare questo senso di frustrazione.Marc Giloux, con questo intervento commissionato in occasione della mostra Drive, tenutasi alla GAM di Bologna, ha voluto giocare con i chliché della città, tra storia antica e contemporanea, dalle due torri al motor show.Privo di qualunque egomania e autocelebrazione, a differenza della gran parte del mondo dell’ arte, Marc Giloux sceglie di fare un’opera, ma di non mostrarla. Rinuncia a dare prova del complesso processo lavorativo che lo ha portato a questo risultato - per altro dal forte impatto visivo - che deve rimanere sconosciuto. E’ tanto più forte l’operazione, quanto più si consideri l’energia impiegata per realizzarla.
Ford Frustrazione è l’ironico nome del modello di auto creato da Marc Giloux: un auto che ha richiesto mesi di lavorazione per essere realizzata nei minimi dettagli, ma che non ha nessuna funzione utile. Nemmeno quella di essere guardata.


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WCES Bari


10 novembre a PLUG-INaugurazione - ZenzeroClub Bari
Il cubo è presente all'inaugurazione della piattaforma Plug-in, al suo interno: installazioni di LENORE. L'evento è ripetuto il 17 e il 24 novembre.
Lenore – è fondatrice con gli altri labici del collettivo lab080, all’interno del quale si occupa di elaborazione di progetti e bilanci; cura la grafica dei flyer, gli allestimenti, i visuals e il progetto White Cube Satellite.
Con lab080 ha curato la sezione di videoclip e videoarte del Festival IFF 2006, selezionando i materiali e allestendo la location.
Dal 2004 è Dottore di ricerca in Teorie del Linguaggio e scienze dei segni con una tesi dal titolo: Matrici, luoghi e tribù della musica Techno.
Dal 2005 è docente a contratto di Cinema, fotografia e televisione nel Corso di Laurea in Scienze e tecnologie della moda a Taranto e collabora con la cattedra di Sociolinguistica dell’Università degli Studi di Bari.
Nel 2005-06 ha insegnato nel Master in Studi culturali, comunicazione e cultura visuale, all’interno del modulo di Semiologia degli audiovisivi, Il videoclip nella musica elettronica, dove ha anche curato l’aggiornamento del sito web.
Tra le sue pubblicazioni recenti: Musica e differenza di genere, in U. Eco (a cura di), Il Novecento, Encyclomedia, Federico Motta Editore; Generando musica elettronica, in AA.VV., Meltemi 2006; Un poco di tempo allo stato puro. Le strutture della musica techno, in PLAT, 4/2006; “Techno-logie incarnate II. Fetish, teorie e videoclip”, in E/C Rivista dell’Associazione Italiana di Studi Semiotici, Gennaio 2006.
Nel 2006 ha realizzato: Visionaire, videoarte; Galaxy Perotti, videoarte; Labica radio on air, spot videoarte, tutti targati lab080 produzioni.
Nel 2004 ha realizzato NeubizarreroticpaiN, videoarte.
Ha esposto in personali e collettive di videoarte i suoi lavori dal 2002.
www.lablog080.blogspot.com
Adesso è anche plugina nel progetto plug in
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WCES Pesaro















Mezzanotte di Pergola (PU)


"INVISIBLE WORLD"
di Marco Bernacchia

a cura di Elena Rapa e Luca Caimmi
presso lo studio dell'artista Giovanni Gaggia



Nella stessa giornata dell'inaugurazione di "Tana Libera Tutti…" terza tappa, personale di Alessandro Grimaldi special guest John Cascone presso Il Teatro Angel Dal Foco di Pergola (PU), inserita nella programmazione di Segnali d'Arte del Sistema Provinciale d'Arte Contemporanea (SPAC), sara' inaugurato nello studio dell'Artista Giovanni Gaggia in via Mezzanotte 84, Mezzanotte di Pergola (PU) alle ore 15.30 il White Cube/satellite di Pesaro nell'intento di creare una rete di micro gallerie in tutta Europa, esportando l'idea di franchising nell'arte contemporanea ed in una forma che e' di per se un'operazione d'arte concettuale.
Inaugura il White Cube/satellite di Pesaro curato da Elena Rapa, con il progetto "INVISIBLE WORLD" dell'artista Marco Bernacchia, il quale con le sue parole evidenzia chiaramente la filosofia del suo lavoro: " Il progetto è quello di portare un suono da un luogo ad un altro, portare allo scoperto ciò che è nascosto evidenziare le piccole cose".
L'installazione verte sull'inversione dei luoghi, Il suono del vicino pollaio è trasportato tramite un microfono e una cassa all'interno della stanza creando un cortocircuito sonoro dove l'immaginazione di chi guarda viene stimolata.
Ed è proprio grazie a questa che il lavoro prende forma, grazie all'interazione puramente analitica del fruitore. Il concetto è quello di dare una nuova visibilità alla natura e questo è raggiunto tramite la "non materie" della musica. Il luogo del white cube è di base immateriale, e si caratterizza per l'inaccessibilità. Io ho voluto rapportarmi con questo spazio intervenendo proprio su questa "chiusura", creando un meccanismo nel quale è il suono che raggiunge l'esterno e in qualche modo crea un'apertura del "luogo fisico" e lo fa raccontando qualcosa che sta succedendo altrove." Una micro-personale pensata per poter essere presentata ovunque e quindi in linea con il concept di -democratizzazione' dell'arte espresso dal progetto White Cub
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WCES Basilicata

Ubik di Massimo Lovisco

a cura di Amnesiac Arts

Dal 14 ottobre al 26 novembre

Amnesiac arts Home Gallery

Corso XVIII Agosto, 36 Potenza

Inaugurazione Sabato 14 ottobre ore 19,30

Orari : Sabato e Domenica 18,30 – 21 .00

Ubik di Massimo Lovisco inserita in Cronosismi inaugura il progetto White Cube per la Basilicata al quale Amnesiac Arts ha dedicato un apposito spazio della sua Home Gallery di Potenza ( di fatto una galleria nella galleria) e che di volta in volta ospiterà artisti che con differenti media animeranno la galleria d’arte di un metro quadrato.

Ubik, nasce con l’intento di portare l’arte ovunque nel mondo, anche e soprattutto in quei piccoli villaggi del pianeta in cui nessuno si sognerebbe mai di fare una mostra d’arte contemporanea. Oggi l’ansia di presenziare e presediare quelli che vengono considerati gli unici luoghi deputati a fare arte (che in realtà sono luoghi in cui semplicemente si svolgono le sue dinamiche economiche) ha fatto perdere una delle caratteristiche principali dell’arte : il suo essere un linguaggio universale di cui tutti dovrebbero fruirne.


Così è nata l’idea per Ubik (ovunque da un romanzo di Dick) una vera e propria personale seppur in formato micro di Massimo Lovisco pensata per poter essere facilmente spedita tramite posta. Il tutto è infatti ideato per poter essere presentato in qualsiasi luogo di aggregazione di un qualsiasi villaggio del mondo raggiungibile via posta a spese dell’artista.
L’intento è quello che dopo Potenza Ubik parta in giro per il mondo per raggiungere le vere periferie comprese baraccopoli e piccoli villaggi, con l'obbiettivo di portare l’arte ovunque.

Ubik è inserita nella mostra Cronosismi che vedrà anche la proiezione della rassegna internazionale di video arte 59 Seconds ideata da Irina Danilova e Hiram Levy e Contrasti di Marcello Samela.

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WCES Bari

sabato 15 luglio - notte bianca di Melpignano (LE)
dalle 20:00 fino all'alba -ingresso gratuito

Alba Nox
nei Giardini del Municipio
a cura di lab080

(h. 20:00-1.00) opening with Ragù Resistence
in consolle: lenore - buganto -G.L.G.
live set di: Gianni Calella
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PALLONI
Installazione performance di Gledys Zuniga
Venerdì 10 novembre 2006 Ore 15,30 Provvidenti (CB)
A cura di Michele Mariano e Christian Rainer
Testo di Helena Rusikova
L’installazione è all’interno del progetto 4venti live (ideato e prodotto dalla KomArt) in svolgimento a Provvidenti, piccolo comune (60 abitanti) in provincia di Campobasso L’avvio dell’installazione, è avvenuta l’8 ottobre con la posa del primo pallone da parte di ROY PACI. A seguire tutti i giovani gruppi coinvolti nel progetto hanno posato, ciascuno componente, un pallone ancorato ad una delle case pel paese. Il 10 novembre data di chiusura del progetto tutti i palloni verranno liberati, contemporaneamente alle ore 15,30, in cielo. Una telecamera su di un elicottero riprende il momento.
www.4ventilive.com
TRA I MANZONI PREFERISCO QUELLO VERO:PIERO,CANTANO I BAUSTELLE.
Il problema del vero, dell’autentico è appunto spesso posto nelle opere di Manzoni, anche se in realtà si è spesso trattato di parodiare il concetto stesso di presunta unicità di un lavoro artistico.
In definitiva è un arte che parla male di se stessa, che mette in discussione il ruolo dell’artista tanto quanto l’importanza dell’opera. Forte di questi principi contro l’esclusività dell’arte, l’artista argentina Gledys Zuniga ha recuperato un progetto di Piero Manzoni mai realizzato, concepito nel 1962, facendolo proprio.
L’opera consiste in un numero imprecisato di palloni gonfiati ad elio, che in origine dovevano essere collocati sui tetti di tutte le case del paese natale dell’artista (Soncino, CR) da cui poi sarebbero stati liberati e ripresi con una telecamera dall’alto, durante la loro ascensione. Il progetto è in questo caso presentato dalla Zuniga, su invito del White Cube-Europe, nel paese di Provvidenti, in Molise.
L’artista argentina dice a proposito dell’operazione: “Non ho voluto modificare l’idea di Manzoni, ma allo stesso tempo, trasportandola in luogo non contemplato dal progetto, ho come rivendicato questa idea di futilità dell’arte che era molto cara a Manzoni (…) In più per me è stata un’esperienza importante in quanto ha rappresentato l’antitesi del mio recente lavoro “La chica aparecida” in cui ho fatto lanciare da un aereo sulla città centinaia di uccelli imbalsamati”.
Non si tratta quindi di un omaggio al celebre artista scomparso, bensì di un modo per proseguire la lezione da lui appresa, farsi passare la staffetta a sua insaputa per continuare il discorso lasciato in sospeso, aggiornarlo e soprattutto testimoniare che non solo la merda può essere d’artista, ma anche un’artista può essere di merda. Perché il paradosso dell’arte è che l’opera come il suo autore non hanno alcun valore ed è proprio questo a renderli importanti.
Helena Rusikova
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